lunedì 13 agosto 2012

Il bilancio italiano delle Olimpiadi di Londra

Sarà che con l'avanzare dell'età, anche nello sport, si è portati a tenere a mente, almeno per quanto mi riguarda, più i fatti del passato o quelli che sono entrati a far parte della storia piuttosto che i personaggi e gli avvenimenti recenti. Sarà che siamo sommersi da avvenimenti sportivi 365 giorni all'anno, 24 ore al giorno. Oppure che i ricordi richiedono comunque del tempo per sedimentarsi, per acquistare valore, perché il passare degli anni filtri la polvere di ciò che è di contorno e senza importanza e lasci solo ciò che merita di essere scolpito nella nostra memoria.
Dunque abbiamo ben presenti protagonisti come Dorando Petri, Jesse Owens, Paavo Nurmi, Emile Zatopek, Nino Benvenuti e Cassius Clay, Livio Berruti, Abebe Bikila, Pietro Mennea e Sara Simeoni, Smith e Carlos di Messico '68, Dibiasi, gli Abbagnale, Carl Lewis, Alberto Juantorena e Teofilo Stevenson, Mark Spitz, Nadia Comaneci, la pallanuoto italiana di Barcellona '92.
Così come nel calcio, Messico '70 e Spagna '82 sono il mito mentre la vittoria italiana di Germania 2006 appare come un avvenimento di routine.
Ed oggi onestamente non so cosa ricorderemo di questa Olimpiade di Londra. Così come sfido a dire quali pensieri ci evocano le Olimpiadi che l'hanno immediatamente preceduta: Sidney, Atene, Pechino.

Resteranno certo Usain Bolt e Michael Phelps perché plurivincitori in più Olimpiadi; per l'Italia, anche quando sconfitte, Valentina Vezzali, Josefa Idem, Federica Pellegrini perché in grado di marcare un'intera epoca dello sport nostrano.
Qual è il bilancio sportivo italiano delle Olimpiadi di Londra? Il piazzamento all'ottavo posto del medagliere è il minimo dovuto per un Paese che costituisce, almeno così si dice, uno dei più importanti del mondo dal punto di vista economico e che spende diverse centinaia di milioni di euro di denaro, attraverso il CONI, per le sue medaglie.
E le medaglie sono venute quasi esclusivamente, o almeno le più pesanti, da sporti 'minori' quali il tiro, la scherma, il taekwondo e non dalle discipline che costituiscono il cuore delle Olimpiadi, quelle dove contano soprattutto muscoli e polmoni, braccia e gambe: atletica leggera e nuoto ma anche ciclismo, canottaggio, ginnastica.
Discipline che richiederebbero una più ampia base di praticanti di quella a disposizione dell'Italia o che, per alcune specialità dell'atletica leggera, sono esclusiva proprietà di popoli aventi determinate caratteristiche genetiche: quelli originari dall'Africa subsahariana per la velocità, quelli degli altopiani dell'Africa orientale per il mezzofondo e il fondo.
E rispetto al luogo comune di 'italiani brava gente' bisogna rilevare che i nostri successi nascono quasi tutti da sport 'guerreschi' come la scherma, il tiro in tutte le sue forme (pistola, carabina, arco), pugilato, taekwondo.
Insomma attenzione a litigare in auto o con i vicini di casa!

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