Sarà che con l'avanzare dell'età,
anche nello sport, si è portati a tenere a mente, almeno per quanto
mi riguarda, più i fatti del passato o quelli che sono entrati a far
parte della storia piuttosto che i personaggi e gli avvenimenti
recenti. Sarà che siamo sommersi da avvenimenti sportivi 365 giorni
all'anno, 24 ore al giorno. Oppure che i ricordi richiedono comunque
del tempo per sedimentarsi, per acquistare valore, perché il passare
degli anni filtri la polvere di ciò che è di contorno e senza
importanza e lasci solo ciò che merita di essere scolpito nella
nostra memoria.
Dunque abbiamo ben presenti
protagonisti come Dorando Petri, Jesse Owens, Paavo Nurmi, Emile
Zatopek, Nino Benvenuti e Cassius Clay, Livio Berruti, Abebe Bikila,
Pietro Mennea e Sara Simeoni, Smith e Carlos di Messico '68, Dibiasi,
gli Abbagnale, Carl Lewis, Alberto Juantorena e Teofilo Stevenson,
Mark Spitz, Nadia Comaneci, la pallanuoto italiana di Barcellona '92.
Così come nel calcio, Messico '70 e
Spagna '82 sono il mito mentre la vittoria italiana di Germania 2006
appare come un avvenimento di routine.
Ed oggi onestamente non so cosa
ricorderemo di questa Olimpiade di Londra. Così come sfido a dire
quali pensieri ci evocano le Olimpiadi che l'hanno immediatamente
preceduta: Sidney, Atene, Pechino.
Resteranno certo Usain Bolt e Michael
Phelps perché plurivincitori in più Olimpiadi; per l'Italia, anche
quando sconfitte, Valentina Vezzali, Josefa Idem, Federica Pellegrini
perché in grado di marcare un'intera epoca dello sport nostrano.
Qual è il bilancio sportivo italiano
delle Olimpiadi di Londra? Il piazzamento all'ottavo posto del
medagliere è il minimo dovuto per un Paese che costituisce, almeno
così si dice, uno dei più importanti del mondo dal punto di vista
economico e che spende diverse centinaia di milioni di euro di
denaro, attraverso il CONI, per le sue medaglie.
E le medaglie sono venute quasi
esclusivamente, o almeno le più pesanti, da sporti 'minori' quali il
tiro, la scherma, il taekwondo e non dalle discipline che
costituiscono il cuore delle Olimpiadi, quelle dove contano
soprattutto muscoli e polmoni, braccia e gambe: atletica leggera e
nuoto ma anche ciclismo, canottaggio, ginnastica.
Discipline che richiederebbero una più ampia base di praticanti di quella a disposizione dell'Italia o che, per alcune specialità dell'atletica leggera, sono esclusiva proprietà di popoli aventi determinate caratteristiche genetiche: quelli originari dall'Africa subsahariana per la velocità, quelli degli altopiani dell'Africa orientale per il mezzofondo e il fondo.
E rispetto al luogo comune di 'italiani
brava gente' bisogna rilevare che i nostri successi nascono quasi
tutti da sport 'guerreschi' come la scherma, il tiro in tutte le sue
forme (pistola, carabina, arco), pugilato, taekwondo.
Insomma attenzione a litigare in auto o
con i vicini di casa!
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