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Foto da Ansa.it |
Due giornate di Campionato sono troppo poche per trarre indicazioni realmente significative su ciò che ci aspetta per il prosieguo della stagione. Ma certo nessuno può negare la crisi dell'Inter e le difficoltà della Roma. La Juve, prima in classifica a punteggio pieno con 6 punti, insieme a Napoli, Cagliari ed Udinese, appare in progresso ma occorrerà rivederla di fronte a squadre più importanti di Parma e Siena.
La partita più significativa era la sifda del San Paolo tra Napoli e Milan: con una tripletta del Matador Cavani, dopo il vantaggio rossonero di Aquilani, la squadra di De Laurentiis e Mazzarri ha annientato il Milan (a cui va peraltro riconosciuta l'assenza di Ibrahimovic). Non serviva questa vittoria per arrivare a considerare il Napoli una delle favorite per le scudetto: basta pensare ai progressi lenti ma continui compiuti in questi ultimi anni ed al campionato di vertice condotto nella passata stagione. Mazzarri è poi sicuramente oggi, per personalità ed idee tattiche, il miglior allenatore italiano, colui, non dimentichiamolo, che è riuscito a riportare Cassano nel grande calcio a dimostrazione che dietro la grinta e gli atteggiamenti da sergente di ferro c'è un uomo che sa capire e motivare i suoi giocatori.
Il calcio poi, al di là di tutte i discorsi e le discussioni su alchimie tattiche e schemi di gioco, si spiega molto più semplicemente guardando alle formazioni che scendono in campo. Il Napoli, a differenza ad esempio di Inter e Milan le cui squadre sono caratterizzate da una elevata età media, può contare su alcuni campioni giovani di grande caratura tecnica ma ancora affamati di successo: Cavani appunto, Hamsik richiesto da mezza Europa, Lavezzi, Inler.
Il limite del Napoli appare al momento quello di avere poche alternative di qualità in panchina e ciò, con un Campionato massacrante come quello italiano (unito all'impegno in Champions), alla fine potrebbe costare punti decisivi (lo scudetto si vince battendo le provinciali anche dopo una partita di Coppa). Soprattutto con una squadra votata alla manovra ed al contropiede e che non si fonda, come avvenuto per gli ultimi scudetti di Juve, Inter e Milan, sulla superiorità fisica e su di un centravanti alla Ibrahimovic a cui buttare la palla con i lanci lunghi quando si è stanchi e gli avversari ed i terreni invernali non permettono di mantenere il possesso palla in mezzo al campo.
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