Mi piace tutto lo sport, quel poco che
posso praticare ed il tanto che riesco a seguire seduto sul divano o
davanti ad un computer. Ma amo solo quello che si fonda sul lavoro,
sulla fatica, sul sudore, sulla lealtà sportiva, sul rispetto tra
gli atleti non quello degli abatini isterici e viziati e dei campioni
costruiti in laboratorio.
Amo lo sport degli Abbagnale, di Josefa
Idem che a cinquant'anni si qualifica ancora per le Olimpiadi, dei
pallanuotisti, dei maratoneti come Dorando Pietri, Abebe Bikila,
Gelindo Bordin e Stefano Baldini, il calcio di Zeman e quello dei
mediani come Javier Zanetti, la dedizione al lavoro di Yuri Chechi e
Valentina Vezzali.
Amo gli atleti guasconi e generosi
quando sanno unire, come Valentino Rossi, talento e lealtà.
Amavo il ciclismo, lo sport della
fatica e del sudore per eccellenza, quello delle scalate eroiche su
salite impossibili o delle fughe sul pavé, quello delle epiche
imprese di Marco Pantani, finché non si è scoperto che era (e forse
è ancora) tutto truccato.
Prevale in me questa idea dello sport
rispetto all'ammirazione per i gesti di talento unici e inimitabili:
un sorpasso impossibile in Formula Uno, un gol e un dribbling di
Maradona, Platini, Van Basten o Messi, un terzo tempo con schiacciata
nel basket, una volata sui cento metri di Bolt, una volèe nel
tennis.
Ecco che il rugby coincide
perfettamente con questa mia concezione dello sport: ammazzarsi di
fatica per ottanta minuti, prendere e dare botte di santa ragione ma
rispettare sempre l'avversario, tributare l'onore al vincitore alla
fine del match, non assistere mai o quasi mai a liti tra gli atleti e
tifosi.
Anche l'Italia prende parte ai
Campionati mondiali in Nuova Zelanda, certo con poche speranze di
potere andare avanti e scontrandosi subito con l'imbattile Australia,
ma l'importante è esserci, è poter affrontare il meglio che il
pianeta esprime in questo sport.
Un'azione alla mano o una meta frutto
dello sfondamento di un pilone o di una fuga dell'ala è talmente
spettacolare ed esprime così alla perfezione i valori dello sport da
far dimenticare completamente le ragioni del tifo.
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