venerdì 30 settembre 2011

Le tenere carezze del rude Ibrahimovic

Abate e Ibrahimovic da Corriere.it

Nulla di male per l'amor di Diio. Ognuno faccia e sia quello che vuole, sospettare qualcuno di essere gay è non solo una violazione maligna della privacy ma anche una forma mascherata di razzismo, il tentativo di sottoporre una persona al pubblico scherno per comportamenti e preferenze che sarebbero comunque del tutto leciti e non vietati da alcuna legge (che non siano le leggi cattoliche).
E se da un lato in tutti gli ambienti, compreso lo sport e il calcio, dal punto di vista statistico non può mancare chi ha fatto delle scelte sessuali diverse da quelle della maggioranza, dall'altro il maschio moderno  - anche eterosessuale - non è più sempre e comunque un insensibile e rigido pezzo di legno ma un essere umano che ha imparato dal mondo femminile il gusto di abbandonarsi alla dolcezza ed all'emozione dei sentimenti anche nei rapporti di amicizia.
Però riconosciamolo vedere il rude Ibrahimovic, il terrore delle difese avversarie a suon di gol e di assist ma anche un attaccante che le prende e le dà e che cerca sempre lo scontro fisico con chi lo marca senza accettare mai di farsi mettere sotto nel combattimento in campo, sorpreso in teneri atteggiamenti coni compagni di squadra (Piquè al Barcellona, Abate al Milan) non lascia indifferenti e qualche naturale e innocente curiosità la desta.
Ai posteri .. l'ardua sentenza.


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